Articoli2021-09-10T15:11:38+02:00

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Evento formativo multidisciplinare sulla comunicazione nel conflitto – Roma 16 settembre

Il prossimo 16 settembre il Gruppo Italiano di Pratica Collaborativa incontra i soci a Roma per approfondire e confrontarsi sul tema della comunicazione nel conflitto. Quali strumenti possiamo adottare per comprendere, incontrare e vedere concretamente l'altro: il presupposto di qualsivoglia negoziazione. Qui trovate la locandina per ogni dettaglio. Vi [...]

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Osservare e riconoscere le dinamiche di relazione

Naples National Archaeological Museum, Public domain, via Wikimedia Commons Per il professionista collaborativo la risoluzione del conflitto si trova nella stessa relazione che allo stesso viene presentata come origine del contrasto. Come Associazione abbiamo da tempo avviato una riflessione sulla creatività che deriva dal conflitto e sul [...]

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Evento formativo sulla gestione del rapporto con il cliente – materiali

Ringraziamo la Camera Minorile d'Abruzzo e l'Ordine degli Avvocati di L'Aquila per averci invitato a tenere un evento formativo per parlare di rapporto con il cliente tra metodo collaborativo e deontologia, lo scorso 10 maggio 2022. Abbiamo approfondito questo centrale rapporto di fiducia a partire dalle tecniche che la [...]

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Gestire il rapporto con il cliente nella negoziazione assistita

Il rapporto con il cliente è al centro della consulenza legale: cosa possono offrire la pratica collaborativa e la negoziazione assistita da avvocati per migliorare la gestione di questo centrale rapporto di fiducia? Il 10 maggio 2022 nell'evento webinar organizzato insieme alla Camera Minorile d'Abruzzo e con la collaborazione [...]

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La riforma della Giustizia e la procedura di negoziazione assistita da avvocati: cosa cambia?

La riforma della Giustizia e la procedura di negoziazione assistita da avvocati: cosa cambia? e qual rischi e opportunità per clienti e avvocati? Nel corso dell'evento di formazione sulla riforma della giustizia organizzato dalla nostra associazione e tenuto il 5 ottobre 2021 presso la Fondazione Forense di Firenze e [...]

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Il primo incontro a quattro

Il four way meeting è il cuore del metodo collaborativo. In vista del primo incontro con l’altro coniuge e il suo avvocato, è necessario che prepariamo adeguatamente il cliente, non solo sotto l’aspetto delle questioni giuridiche che verranno esaminate e discusse con l’altra parte, ma soprattutto per ciò che riguarda l’atteggiamento da tenere nel corso della riunione e, in definitiva, per l’intera durata del procedimento.

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Mirabilia del primo incontro a 4

Le Meraviglie erano guide di viaggio dei viandanti d’epoca medievale: il processo collaborativo è un itinerario, il primo four way meeting ne è tappa fondamentale. Il cliente, adeguatamente allenato dal suo avvocato ad affrontarlo, è preparato alla condotta da tenere con l’altra parte e, informato sulle questioni giuridiche, deve avere fiducia nel metodo, volontà e impegno nella negoziazione. Puntualità, linguaggio assertivo, divieto di inveire o denigrarsi a vicenda, distinzione tra posizioni e interessi, ascolto attivo, opinioni senza interrompere gli altri, lamentele come preoccupazione proponendo suggerimenti, sincerità su dubbi o ostacoli: garantite mirabili scoperte verso l’intesa.

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L’avvocato non è più solo

Ars oratoria o tattica avversariale. Per Quintiliano (Institutio Oratoria, XII, 1) meglio nascere muti e privi d’intelletto piuttosto che trasformare il dono della dialettica in espediente per mettere in difficoltà l’interlocutore: vir bonus dicendi peritus, l’avvocato è dunque uomo perbene esperto nel parlare, l’eloquenza come il “rumore bianco” dell’eccellente Cumia. Le strategie antagoniste si manifestano invece in reazioni spropositate mirate a far sentire irragionevoli affinché si ceda, piccole concessioni in cambio di grandi, pressioni continue, intimidazioni, richieste ulteriori dopo ogni resa, confusione e informazioni manipolate, ritardi o apparente mancanza d’interesse alla trattativa per indurre ad accettare qualsiasi condizione.

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E dell’avvocatura cosa resta? 1

In condizioni di continuo mutamento della professione, vorremo avviare un dialogo per riscoprire quali siano i caratteri dell’attuale funzione di “advocare“. Spinti dalla necessità pratica, adotteremo la umile concretezza del metodo induttivo raccogliendo azioni, condotte e situazioni di cui si compone l’attività professionale e con cui riformulare il significato tangibile di una professione.

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Disclosure, questa conosciuta

Sappiamo che uno dei cardini su cui si regge il metodo collaborativo è il dovere di trasparenza, applicazione dell’impegno a comportarsi secondo buona fede e correttezza nella negoziazione, che discende in capo a entrambi i coniugi e ai loro difensori in conseguenza della sottoscrizione dell’accordo partecipativo e che si sostanzia nella spontanea trasmissione all’altra parte di tutti gli elementi utili a fornire un quadro esaustivo della propria condizione economica, in vista della costruzione dell’accordo definitivo.

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E dell’avvocatura cosa resta? 2

2. Il rapporto con il cliente: porre dei limiti Nel precedente confronto, attraverso l’attività di ascolto del cliente siamo giunti ad individuare l’oggetto effettivo del nostro intervento distinguendo tra una sorta di petitum immediato che è quanto il cliente richiede in via appunto diretta ed immediata all’avvocato dal petitum mediato ossia il reale interesse da tutelare dietro la prima è più dirompente necessità.

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E dell’avvocatura cosa resta? 3

Mettere in sicurezza il Cliente. Definiti i ruoli e i limiti del nostro intervento, sarà possibile elaborare la strategia difensiva e di assistenza. La costruzione, nel confronto continuo con il Cliente, avviene partendo dagli elementi raccolti nei primi incontri: dall’ascolto del Cliente abbiamo raccolto gli interessi del nostro assistito e le dinamiche determinatesi tra le parti nel tempo, così da evitare di ricadere in circuiti controproducenti; dal confronto con il Cliente abbiamo tratto lo scopo immediato della consulenza e quello mediato, ossia l’esigenza che si cela dietro la primaria richiesta svolta dal Cliente.

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Non abbiate paura del mandato limitato

Quando esponiamo i principi del metodo collaborativo a colleghi che non hanno mai preso parte a un evento formativo sull’argomento o, in omaggio agli insegnamenti di Stuart G. Webb e Ronald D. Ousky, addirittura proponiamo loro di essere disponibili a partecipare – laddove se ne presentasse l’occasione – ad un procedimento collaborativo, percepiamo chiaramente come l’aspetto che li preoccupa di più sia l’obbligo di rinunciare al mandato, ogni qual volta l’impegno profuso per la negoziazione rimanga infruttuoso.

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E dell’avvocatura cosa resta? 4

Dopo aver messo in sicurezza la situazione che il Cliente ci ha presentato, possiamo affrontare la strategia. Aver consentito al Cliente di raggiungere una maggiore sicurezza su alcuni aspetti del problema può aver consentito al tempo di lavorare per noi (e non contro di noi) ossia aver condotto il Cliente a intravedere delle soluzioni ovvero delle risorse in precedenza ignorate.

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Collaborativi d’Italia il Piceno

L’anima promettente di avvocati, mediatori e psicologi di Gruppo Italiano di Pratica Collaborativa dimora ove i Piceni edificarono duecento anni prima di Roma: «Quando Ascoli era Ascoli, Roma era pascoli». Rannicchiata all’ombra delle cento torri, si svela altera nel travertino della piazza rinascimentale più bella d’Italia. Ron Ousky è il suo mentore ai cui precetti deve l’adesione a IACP, l’accademia internazionale.

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E dell’avvocatura cosa resta? 5

Ribaltare le aspettative: includere il cliente nella strategia. Per costruire la strategia ci siamo posti in ascolto della posizione del Cliente, individuando i punti di forza e di debolezza e abbiamo una nostra ipotesi di lavoro. Prima di esporre questa nostra ipotesi al Cliente è utile ricordare che il Cliente, con ogni probabilità, conosce molto meglio di noi il contesto e può fornirci indicazioni preziose per costruire la strategia più efficace, anche quelle che al momento non riesce ad esprimere.

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